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Come chiudere l’anno “col botto” capendo i tuoi numeri

Il 2024 è alle porte, e dicembre è il momento in cui gli imprenditori sanno benissimo di dover affrontare l’arduo compito di redigere e chiudere il bilancio annuale della propria azienda. 

Questa fase richiede particolare attenzione, poiché gli errori commessi nei primi tre trimestri dell’anno non possono più essere corretti. 

Infatti, con l’introduzione della fatturazione elettronica, l’Agenzia delle Entrate riceve informazioni sulle spese e sulle entrate in tempo reale, rendendo fondamentale la gestione accurata dei numeri aziendali.

Il mio impegno per questo mese sarà di fornirti gli strumenti necessari per analizzare il tuo conto economico in modo semplice ed efficace, aiutandoti a porre le domande migliori per un controllo di gestione corretto.

Prima di procedere, però, è essenziale esaminare attentamente la bozza del bilancio fornita dal tuo professionista contabile per verificare la correttezza di tutte le voci.

Inoltre, è importante comprendere che il bilancio aziendale può essere gestito in modo flessibile. 

Infatti, alcuni costi possono essere imputati nell’esercizio in corso, mentre altri possono essere ammortizzati su più anni. 

La flessibilità nella gestione del bilancio consente di adattare la tua strategia finanziaria alle specifiche circostanze aziendali. 

In sintesi, la revisione della bozza del bilancio e la gestione flessibile delle voci contabili sono passaggi fondamentali per garantire che tutti i documenti siano accurati, rispecchino la realtà finanziaria dell’azienda e supportino le decisioni strategiche per il futuro.

Tuttavia, è fondamentale sottolineare che questa flessibilità non include in alcun modo la falsificazione del bilancio. 

Qualsiasi aggiustamento deve essere effettuato solo quando il bilancio è accurato, veritiero e completo.

Il processo richiede un approccio attento e un dialogo costante tra i professionisti e le figure aziendali competenti, affinché il tuo bilancio possa essere solo la rappresentazione precisa della situazione finanziaria della tua azienda.

Le figure che devi interpellare e che devono dialogare tra di loro sono: 

  • il responsabile commerciale;
  • il responsabile degli acquisti;
  • il consulente del lavoro;
  • chiunque abbia le informazioni necessarie al fine di costruire un bilancio corretto e veritiero.

Come accennato in precedenza, è importante comprendere che il ragioniere o l’impiegato dell’ufficio del commercialista potrebbero non disporre di tutte le informazioni necessarie per redigere un conto economico accurato. 

Come imprenditore, sei l’unico a possedere tutti i dati necessari a effettuare analisi finanziarie significative. La tua esperienza e la conoscenza totale dell’azienda, infatti, dovranno essere condivise con chi si occupa di numeri e calcoli matematici. 

Per una migliore comprensione del perché i reparti debbano parlarsi, mi sembra giusto spiegare le principali voci che compongono un conto economico.

Ricavi netti

La prima riga del conto economico è rappresentata dai ricavi effettivi, calcolati al netto di sconti e abbuoni. Ad esempio, se emetti una fattura da 10.000 € ma applichi uno sconto di 1.000 €, il tuo ricavo netto sarà di 9.000 €. 

Il fatturato, che è semplicemente la somma delle fatture emesse, è spesso utilizzato come sinonimo del ricavo netto. 

Altri termini come “componenti positive del reddito”, “vendite”, “volume d’affari”, “giro d’affari” e “revenues” possono essere usati in modo simile, anche se non sono esattamente equivalenti.

Costi

Successivamente, nel conto economico si affrontano i costi.

È importante notare che non tutti i costi aziendali sono deducibili. Altri termini che possono essere utilizzati per i costi sono: “costi di esercizio”, “componenti negative del reddito”, “spese”, “consumi”, “oneri” ed “expenditure costs”. 

Nella terminologia anglosassone, invece, i “consumi” si riferiscono ai costi necessari per fornire il tuo prodotto o servizio, mentre le “spese” rappresentano i costi generali che l’azienda sostiene per la sua operatività, indipendentemente dal numero di clienti serviti. Tali spese possono includere l’affitto, il riscaldamento, i noleggi, il leasing, e così via.

Emissione delle fatture 

Dal punto di vista contabile, i ricavi corrispondono alla somma delle fatture emesse. 

Quindi, una delle prime attività da svolgere è verificare che tutte le fatture siano state emesse in modo corretto e completo.

Sono informazioni fondamentali per la gestione finanziaria della tua azienda e devono essere considerate attentamente durante il processo di chiusura del bilancio. 

La chiave per un bilancio accurato e informativo è assicurarsi che tutte le transazioni finanziarie siano adeguatamente registrate e il conto economico rifletta una rappresentazione veritiera delle entrate e delle uscite aziendali.

Infatti fino a tre anni fa, con le fatture cartacee, questa era la mia prima preoccupazione in assoluto. Vale ancora oggi, ad esempio, per i forfettari e per le srl odontoiatriche, le quali non hanno ancora l’obbligo della fatturazione elettronica.

La cosa importante da ricordare è che ai ricavi vanno sommati anche i valori delle prestazioni effettuate anche se non fatturate, che in gergo si definiscono fatture da emettere; ciò vale soprattutto per chi offre delle prestazioni di servizi. 

Ad esempio, se fai una consulenza il 30 dicembre ma vieni pagato a gennaio, devi comunque calcolare il relativo importo nel bilancio dell’anno in chiusura.

Se sei un dentista ed effettui una prestazione il 23 dicembre 2023, ma sei d’accordo col cliente che verrai pagato a gennaio e quindi emetterai la relativa fattura nel 2024, il ricavo deve comunque essere calcolato nel bilancio del 2023, perché si tratta di una vendita/prestazione eseguita.

Questo modo di operare è importante soprattutto ai fini del confronto con gli anni precedenti. Per avere dati precisi è fondamentale usare sempre gli stessi criteri per calcolare il bilancio.

Al contrario, ai ricavi vanno sottratti gli importi fatturati (anche se incassati) relativi a prestazioni non eseguite e non prestate, o a beni non consegnati entro il 31 dicembre. 

Sì, il concetto è esattamente l’opposto del precedente.

Se sei un dentista e ti fai pagare dal cliente entro fine anno (ed emetti la fattura) perché hai lanciato una particolare offerta, ma la prestazione verrà effettuata da gennaio in poi, il relativo importo non va calcolato nel bilancio dell’anno in chiusura.

Il profitto dell’anno deve contenere esclusivamente i profitti relativi a prestazioni effettuate o beni consegnati nei 365 (o 366, in caso di anno bisestile) giorni solari; ne consegue che, al fine di redigere un bilancio corretto, devi porre particolare attenzione e analizzare giorno per giorno l’attività aziendale relativa agli ultimi 30/60 giorni.

Ecco perché un altro aspetto fondamentale da considerare riguarda i pagamenti anticipati e gli acconti. 

È importante comprendere che le fatture relative agli acconti ricevuti per prestazioni future o beni da consegnare non dovrebbero essere considerate come ricavi nel bilancio corrente.

Gli acconti rappresentano, dal punto di vista contabile, dei debiti nei confronti dei clienti fino a quando non viene effettuata la prestazione o consegnato il bene corrispondente.

Per esempio, se oggi versi 50.000 € come acconto per l’acquisto di una Ferrari che ti verrà consegnata a settembre del 2024, la società Ferrari non ha effettuato alcuna vendita a dicembre, poiché non ti ha consegnato nulla in cambio dei tuoi soldi.

Lo stesso principio si applica agli acconti ricevuti per situazioni che si concretizzeranno nell’anno successivo: tali importi non dovrebbero essere considerati come componenti positive del reddito dell’anno corrente, ma piuttosto di quello successivo. 

Il corso di Metodo Merenda che acquisti a dicembre 2023, ma che frequenterai a giugno 2024, non è da considerare componente positiva di reddito per l’anno in corso, ma per quello successivo. 

L’Agenzia delle Entrate richiede che i pagamenti anticipati siano fatturati, ma ai fini del bilancio aziendale essi dovrebbero essere registrati solo quando la prestazione o la consegna del bene avviene effettivamente.

Questa pratica è necessaria poiché, ad esempio, se si verificasse una situazione eccezionale, come una pandemia che causa l’annullamento del corso che hai prenotato o la chiusura della Ferrari, l’azienda sarebbe obbligata a restituire l’acconto ricevuto. 

Pertanto, dal punto di vista del bilancio, l’importo dell’acconto non dovrebbe essere considerato come un ricavo effettivo fino a quando la prestazione o la consegna del bene non avviene concretamente.

Simili considerazioni sono cruciali per mantenere un bilancio preciso e in linea con le normative contabili.

Come già saprai, anche al netto delle cose che hai potuto imparare in questo articolo, la chiusura del bilancio aziendale non è un gioco da ragazzi. 

Confondersi è molto facile, così come lo è affidarsi alle persone sbagliate.

Per evitare che errori grossolani ti creino problemi con il fisco, ti aspetto in aula alla prossima edizione di Caccia al Tesoro Fiscale, il corso di due giorni in cui potrai approfondire non solo il tema trattato in queste righe, ma capire anche come amministrare e gestire al meglio i costi della tua azienda, al fine di massimizzare l’utile di bilancio.

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